Molte testate e siti web danno la notizia della revoca degli arresti del sindaco Domenico Lucano, del divieto di dimora a Riace e del suo proposito di andare avanti con il progetto di accoglienza senza finanziamenti pubblici.
Il Mattino, partendo dalla prima pagina, dedica un articolo a Comune di Petruro Irpino e al suo progetto di accoglienza Sprar. Scrive: Spiega il sindaco Giuseppe Lombardi: «Il patto di accoglienza dello Sprar è stata un’opportunità per un paese che, come tanti altri in Irpinia come nel Sannio o nel Cilento, va spopolandosi ed ha un’età media di popolazione assai alta. Per ogni migrante accolto, all’amministrazione comunale vanno 500 euro da utilizzare per attività sociali. Siamo riusciti ad attivare una navetta che ci collega con gli ospedali e con le città capoluogo. Abbiamo provato ad aprire l’asilo, che ha bisogno di un numero minimo di bambini. Ce l’abbiamo fatta il primo anno, grazie ai figli dei migranti, quest’anno purtroppo no. È un modello di accoglienza, che prevede un patto e la garanzia di legalità del centro Sprar che deve rendicontare ogni centesimo». E più aventi: Assunta Tropeano è operatrice all’integrazione, viene dalla vicina Altavilla Irpina, ed è una dei dieci operatori dello Sprar. Spiega: «Alcuni corsi, come informatica o uncinetto, sono aperti anche alla gente del posto. Quello degli Sprar è un modello che tende all’integrazione. Non è solo accoglienza temporanea, come quella d’emergenza dei centri Cara. È molto di più per i richiedenti asilo, un esempio di convivenza, non ghettizzata, in una comunità locale. Per questo, ci preoccupa che quello che sta accadendo a Riace, su cui non entro nel merito giudiziario, possa mettere in discussione il modello Sprar che invece dà risultati positivi». All’inizio, il sindaco andò casa per casa a spiegare cosa significava il progetto. Ebbe qualche obiezione, ma poi tutti capirono” . E conclude: Dice Marco Milano: «Come Caritas beneventana abbiamo in carico sedici progetti della rete comuni welcome in Irpinia e nel Sannio. A Petruro, abbiamo 20 posti per sei nuclei familiari. È nata la cooperativa di comunità La Pietra angolare. C’è chi lavora nell’agricoltura, in armonia con la gente locale». Negli uffici Sprar tutto è ordinato. C’è un box dove i bambini giocano, mentre le mamme sono ai corsi. I turni sono segnati sui fogli alle pareti, come i giorni e gli orari delle visite alla Asl e dal pediatra. Forse è la paesologia al contrario. Non partono tutti i sarti italiani, ma arrivano gli agricoltori e i bambini dalla pelle scura
larepubblica.it intervista l’onorevole del M5S Luigi Gallo, partendo dalle dichiarazioni del ministro dell’Interno Salvini e del presidente della Camera Roberto Fico sulla vicenda della richiesta di certificazione dei paesi d’origine sui beni delle famiglie extracomunitarie per poter accedere alla mensa delle scuole di Lodi. si arriva al decreto Immigrazione. Chiede la repubbblica“Ma alla fine questa alleanza di governo vi costringe ad ingoiare molti rospi. Soprattutto sull’immigrazione. Risponde l’on. Gallo “Lo sappiamo che abbiamo posizioni differenti e ci stiamo confrontando per trovare un equilibrio valido per il paese. Noi, per esempio, riteniamo che lo Sprar sia un sistema che funziona. Come ha detto la commissione d’inchiesta della scorsa legislatura. Funziona perché abbatte il disagio non solo dei migranti, ma soprattutto delle città che li ospitano. Producono un vero inserimento e una diffusione dei migranti che non impatta sul territorio, non produce disagio, ma integrazione. È chiaro che c’è un confronto fra due modelli differenti e si deve arrivare ad una sintesi”. Ma Salvini di fatto li vuole smantellare gli Sprar… “Sì. Ma il decreto è in discussione in Parlamento”. Dunque, pensate di modificarlo? “Certo. Presenteremo degli emendamenti. Ma questa non è una novità. Lo ha detto anche Di Maio che, così come è stato modificato il decreto Dignità, verrà modificato il decreto sulla sicurezza di Salvini”. La questione di Lodi arriva dopo quella di Riace e l’arresto del sindaco Lucano che parla di un attacco politico partito da Minniti e concluso da Salvini… “Non vorrei arrivare ad un attacco politico, ma nessuna delle due parti in causa mi piace. Vorrei ragionare sul modello. Quando il modello funziona non esiste né un problema di accoglienza né di disagio fra i cittadini. E dunque tutti i modelli che funzionano vanno presi in considerazione. Se entriamo nel caso specifico se si entra in una contrapposizione fra destra e sinistra non si fa il bene della discussione sulla questione. A me non sono piaciuti né i toni usati contro il sindaco né il pugno chiuso mostrato da Lucano da casa sua. Perché in questo caso si entra in una disputa fra fazione a scapito del merito”.
l Messaggero riporta dichiarazioni di Laura Baldassarre, assessore alle politiche sociali del Comun e di Roma sul decreto Immigrazione, introducendole così: “Ma intanto, sottile e a tratti impercettibile, continua la de-salvinizzazione del Comune. Una lenta presa di distanza dalle politiche del Viminale. Ne è la riprova anche la mossa di Laura Baldassarre, l’assessore ai Servizi sociali, anima di sinistra della filiera Unicef-Spadafora. La quale, forse non a caso, proprio ieri ha smontato dal punto di vista amministrativo il decreto sicurezza. «Riteniamo che il provvedimento debba essere migliorato. In quest’ottica stiamo lavorando per presentare emendamenti. Come enti locali disponiamo di tante informazioni fondamentali da condividere con i parlamentari per valutare attentamente gli effetti che il decreto produrrà sui territori». In particolare le riflessioni, è il pensiero dell’assessore, «hanno riguardato il sistema Sprar su cui il decreto eserciterebbe un impatto molto negativo, soprattutto a Roma». Conclude Il Messaggero: Un’argomentazione, quella sostenuta da Baldassarre, che non a caso coincide con quella dell’ala più di sinistra del M5S, che fa capo a Roberto Fico. Una coincidenza?”
Il Quotidiano di Calabria rilancia la notizia delle province e dei sindaci calabresi contro il decreto Immigrazione.
Il Corriere Fiorentino da conto delle reazioni alla circolare del prefetto di Firenze Laura Lega che stabilisce il rientro da parte dei migranti nei centri di accoglienza entro le 20 e l’apertura dei pacchi postali destinati ai migranti. Il sindaco di Firenze Dario Nardella: «La decisione della Prefettura mette in luce il problema più generale della gestione dell’immigrazione che viene introdotto con il decreto Sicurezza, che aumenta il rischio di pasticci perché smantella lo Sprar, che finora ha dato i migliori risultati». Parla il presidente della Regione Toscana Rossi: «Contenuti e forma della circolare mi paiono inopportuni sul piano costituzionale. In gioco ci sono la libertà personale, quella di circolazione, quella della segretezza della corrispondenza» Nella stessa pagina del Corriere Fiorentino c’è anche la testimonianza di un operatore di un centro di accoglienza: «Se la questione è arginare la delinquenza di alcuni profughi, forse le cause profonde sono da ricercare in un sistema di accoglienza nato male, venutosi a creare in seguito all’emergenza sbarchi degli anni passati. A quel tempo i profughi erano accolti in strutture sovraffollate e noi operatori non sapevamo dove metterli: le sale da pranzo venivano trasformate in camere da letto, i migranti dormivano l’uno vicino all’altro. Ma era l’unico modo per non lasciare i migranti sulla strada. Era la prefettura a chiederci di ospitarli, in un modo o nell’altro, seppur consapevole del sovraffollamento». «È vero, non sempre le strutture offrono un servizio adeguato sul piano dell’integrazione, ma se alcuni profughi finiscono a spacciare, sono casi isolati, una piccola minoranza».
lavoce.info presenta alcune stime relative sull’indotto economico generato dai centri di accoglienza.” Ci siamo dunque chiesti se il numero di richiedenti asilo e rifugiati Sprar accolti ha effetti sulla crescita del reddito imponibile pro capite a livello di comune.” “I dati disponibili ci consentono di verificare i cambiamenti nella crescita del reddito imponibile e nel numero di presenze Sprar per comune nel corso degli anni. Possiamo quindi seguire l’evoluzione delle due variabili nel tempo e chiederci se, al netto delle differenze in livelli, i comuni che hanno accolto più migranti con il sistema Sprar abbiano visto crescere maggiormente il reddito imponibile” “La nostra analisi rivela che la relazione tra presenze Sprar e crescita del reddito imponibile è positiva; a ogni ulteriore presenza si accompagna una maggiore crescita del reddito imponibile. Per focalizzarci su quello che abbiamo definito effetto indiretto, abbiamo scontato dal reddito imponibile i 35 euro al giorno per rifugiato che Sprar indica come il costo medio. I dati ci dicono che a ogni ulteriore presenza Sprar si accompagna un ulteriore 0,09 per cento circa di crescita del reddito imponibile al netto dei costi.” Concludendo: “Prima di cancellare la rete Sprar, il governo dovrebbe investire in una sua rigorosa e attenta valutazione, curando la raccolta e diffusione di dati certi tanto su richiedenti asilo e rifugiati accolti e il loro percorso quanto sul possibile indotto generato dai centri accoglienza.” Qui l’articolo completo.
Ilcentro.it riporta le dichiarazioni di Sara Falini, assessore al Dialogo con il territorio del Comune di Teramo, che la settimana scorsa ha partecipato alla riunione della Commissione Immigrazione Anci : «Il modello Sprar funziona, non si capisce perché debba essere smantellato». Il timore è che la riforma «sia stata scritta appositamente per creare un falso problema, creando sacche e luoghi di marginalità sociale che potrebbero risultare una bomba».
Il Giornale di Sicilia dedica un articolo alla presenza di stranieri e all’accoglienza di richiedenti asilo rifugiati di tanti comuni siciliani e ai progetti Sprar dell’Isola.
In serata Daniela Di Capua, Direttrice del Servizio Centrale, interviene nella trasmissione Zapping di Radio1 per parlare ai microfoni di Giancarlo Loquenzi della rete Sprar:
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