“Cibo e agricoltura, terreni di integrazione”: un’esperienza pilota si racconta

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L’incontro “Cibo e agricoltura, terreni di integrazione”, che si è tenuto il 5 novembre, presso Eataly a Roma, è stato dedicato a rendere noti i risultati raggiunti attraverso dei percorsi formativi “on the job” di titolari di una forma di protezione internazionale, accolti nei progetti SPRAR/SIPROIMI del territorio.

All’iniziativa, promossa da Slow Food Ciampino e Morena e dall’associazione SONIA onlus, in collaborazione con il Servizio Centrale dello SPRAR/SIPROIMI, hanno partecipato amministratori locali, operatori del settore agricolo e della ristorazione, operatori sociali e gli stessi e gli stessi beneficiari dei progetti.

Qui il programma

Si è trattato di un’esperienza pilota che aveva l’obiettivo di attivare tirocini formativi in aziende agricole e della ristorazione per persone titolari di una forma di protezione internazionale, perseguendo contestualmente obiettivi professionalizzanti e socio-educativi in contesti orientati all’agricoltura, alla trasformazione e utilizzo dei prodotti secondo una visione di benessere aziendale, territoriale e di comunità.

L’incontro ha quindi permesso di raccontare la specifica connotazione sociale e ambientale per quanto riguarda le cooperative agricole situate all’interno della cornice dell’area protetta del Parco dei Castelli, così come la denominazione DOL dei ristoranti di Roma che utilizzano appunto prodotti “Di Origine Laziale”, tradizionali e tipici, compresi quelli di nicchia al limite della produzione familiare, perché contribuiscono alla salvaguardia dei prodotti vegetali e zootecnici regionali.

Aziende tutte accomunate dal fil rouge di Slow Food Ciampino e Morena, che si sono perfettamente integrate in questa esperienza avvalorando un modello di lavoro in sinergia e comunione di intenti con il SIPROIMI non solo al fine dell’integrazione dei rifugiati, ma operando contestualmente azioni ad alto valore ambientale e territoriale.

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Ogni azienda ha dato una sua specifica connotazione ai percorsi d’inclusione, ha condiviso con i tirocinanti la propria cultura del lavoro e la propria visione del mondo e un prezioso patrimonio relazionale.

Tutte le aziende, di qualsiasi settore e dimensione sono partner essenziali, ma aziende siffatte, ovvero con certificata “vocazione sociale” sono in grado di sviluppare la giusta partnership con gli Enti locali e le equipe SPRAR/SIPROIMI per una presa in carico integrata dei rifugiati, che permetta di declinare percorsi formativi in specifiche azioni socio-educative, anche e soprattutto per persone più vulnerabili, che presentano un surplus di valore, efficienza ed efficacia proprio perché sviluppate in un contesto lavorativo.

I risultati presentati hanno ribadito la finalità immaginata fin dall’inizio: porre le basi per un suo consolidamento a livello diffuso.

L’incontro si è infatti concluso con la conferma del successo dei percorsi fin qui realizzati e l’intenzione condivisa di continuare in questa direzione in stretta sinergia e collaborazione tra gli attori coinvolti.

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