Palermo: Il Progetto SAI partecipa al cortometraggio “Samsa”

Buone Storie

Un cortometraggio che parla di integrazione e che parte dall’integrazione. In Samsa, di Gianpiero Pumo, regista e attore, protagoniste le persone accolte nel Sistema accoglienza integrazione del Comune di Palermo

 

Sono complessivamente 18, la maggior parte provenienti da diverse regioni dell’Africa, le persone del Sai Palermo coinvolte nel cast scelti per il cortometraggio dal titolo Samsa, del regista e attore che narra di Nasìr, un giovane ragazzo africano arrivato da poco in Italia che ha l’occasione di coronare il suo sogno: entrare in una prestigiosa scuola di cucina. Insieme a lui, altri ragazzi italiani decisi a cucinare il piatto più importante della loro vita davanti ad uno chef stellato. Le riprese del cortometraggio sono iniziate. Samsa, scritto e diretto da Gianpiero Pumo, è prodotto da Eikona Film e Cinestar con il patrocinio della Palermo Film Commission e con il supporto di “Casa dei Diritti“, l’ufficio del Comune di Palermo responsabile del progetto Sai.

I ragazzi e le ragazze ospiti del Sai Palermo avevano partecipato attivamente alla Masterclass si era tenuta lo scorso 27 giugno, durante la settimana di eventi organizzati dal progetto per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

Parallelamente alle riprese del film, si sta realizzando anche un documentario “making of” che, attraverso le varie fasi della produzione, racconta come il cinema parli il linguaggio più immediato dell’integrazione: «La cucina e il cibo accorciano di per sé la distanza che crea il pregiudizio e ci pongono tutti sullo stesso piano, alla stessa tavola. Spesso pensiamo alle difficoltà che i migranti incontrano per arrivare in Italia, poi alle difficoltà che scoprono una volta giunti, poche volte ci soffermiamo sulla difficoltà di lasciare indietro la propria famiglia. Con questo film vorrei che nulla fosse dato per scontato», dice Gianpiero Pumo.

«L’accoglienza nel sistema Sai è la sfida che il Comune di Palermo ha lanciato molti anni fa. Prendiamo in carico persone che arrivano sul nostro territorio e attraverso un lavoro sulle loro fragilità, ma anche sulle loro potenzialità, facciamo in modo che entrino in una relazione positiva con la Città. Questo è un nuovo modo di vivere la città: parte dall’aiuto alle persone straniere perché si integrino nella nostra comunità, ma scopre che è prima di tutto la comunità stessa a beneficiarne», sostiene Angela Errore, responsabile dell’Area “Politiche migratorie” del Comune di Palermo e, quindi, anche dei progetti Sai.

«Il welfare non è un sistema di servizi, ma uno sguardo che una città e le sue persone devono rivolgere alle fragilità personali e sociali, mettendosi in una relazione significativa di reciprocità con loro e creando il vero valore di una città: la coesione sociale. Il Sistema di accoglienza pubblico Sai è il paradigma per eccellenza del nuovo linguaggio sul welfare che tutti dobbiamo imparare e che parte da quattro verbi-azione che rivolgiamo a tutti, ai palermitani e a chi nella nostra città arriva: accogliere, proteggere, promuovere, integrare», conclude Rosi Pennino, assessora alle Politiche sociali del Comune di Palermo.

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