Il presidente di Anci Antonio Decaro e il delegato all’immigrazione Matteo Biffoni scrivono ai Comuni sulla direttiva emanata dal Ministro dell’Interno sulle “Regole per l’avvio di un sistema di ripartizione graduale e sostenibile dei richiedenti asilo e dei rifugiati sul territorio nazionale attraverso lo Sprar” indirizzata ai prefetti, che prevede una clausola di salvaguardia che rende esenti i Comuni che appartengono alla rete Sprar, o che intendano aderirvi, dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza.
“Si tratta di un principio che rimette la governance in mano al sindaco, che può quindi tornare a decidere, insieme alla sua comunità, numeri, modalità e soggetti da coinvolgere per organizzare l’accoglienza sul suo territorio”, scrivono Decaro e Biffoni.
“Oggi nel nostro paese sono accolte quasi 160mila persone, la maggior parte delle quali nel cosiddetto ‘circuito straordinario’ a diretta gestione dei Prefetti. In altri termini – precisano – nella gran maggioranza dei casi si tratta di accoglienze ‘emergenziali’, in molti casi non concordate con i sindaci, che danno spesso luogo a concentrazioni eccessive, soprattutto sui territori di Comuni di più piccole dimensioni, ma che possono diventare insostenibili anche in territori di più ampie dimensioni”. L’altra forma di accoglienza è rappresentata invece dallo Sprar che garantisce da un lato “la piena titolarità dei Comuni che, in autonomia, decidono di aderire alla e, dall’altro, qualificati servizi di accompagnamento in un quadro di trasparenza amministrativa e monitoraggio degli interventi”.
Con l’obiettivo di monitorare l’applicazione della clausola, Anci ha attivato un indirizzo di posta elettronica dedicato clausolasalvaguardia.immigrazione@anci.it al quale i Comuni potranno scrivere.
Leggi qui la lettera
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