ERASMUSinSPRAR 2018, un bilancio dalla voce degli operatori

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A poco più di un anno dal suo avvio, “ERASMUSinSPRAR”, il programma di scambio che permette a operatrici e operatori Sprar di trascorre un breve periodo presso altre realtà della rete di accoglienza, entra nella sua terza fase di attività che si concluderà a metà di agosto.

Traendo ispirazione dal noto progetto di scambio inter-universitario, “ERASMUSinSPRAR” è un programma che favorisce l’incontro di conoscenze ed esperienze all’interno della rete di accoglienza dello Sprar permettendo agli operatori, nei periodi di permanenza in altre strutture della rete, di condividere metodologie e strumenti di lavoro con i colleghi di un’altra equipe.

Nei 12 mesi di attività già trascorsi (15 febbraio 2018 – 14 febbraio 2019), sono state presentate 68 domande di partecipazione di cui più della metà sono state realizzate, mentre alcune sono in corso di realizzazione. Sono stati coinvolti un totale di 85 operatori e 101 progetti tra ospitanti ed invitanti, per un totale di 147 giornate di Erasmus trascorse nei progetti ospitanti.

L’anno di attività ha permesso di fare anche un breve bilancio delle esperienze dirette degli operatori che si sono impegnati nella stesura delle valutazioni finali. L’esperienza di interscambio tra diversi progetti ha fatto emergere una serie di “testimonianze” di operatori, ciascuna riferita ad uno specifico ambito o attività del Progetto Sprar, che qui vogliamo restituire a beneficio di tutta la rete.

Nell’ambito del Lavoro di Equipe, un operatore ha riportato un forte interesse per l’attività di coaching conosciuta durante l’ Erasmus:

“uno strumento molto interessante che ci è stato presentato, una metodologia di sviluppo personale nella quale il coach supporta gli ospiti del progetto nel raggiungimento di uno specifico obiettivo”.


In un altro caso, è stata rilevata l’utilità di dotarsi di un operatore territoriale:

“Tale esperienza formativa (ERASMUS, ndr) ha confermato l’importanza di inserire nell’organico del progetto di appartenenza la figura dell’operatore territoriale, alla quale affidare la funzione di facilitare la connessione tra realtà diverse presenti sul territorio”.


Con riferimento invece all’Apprendimento della Lingua Italiana, le seguenti osservazioni realizzano l’importanza di un corretto ed efficace percorso di Certificazione Linguistica e di metodologie specifiche di insegnamento come quella del Lessico tecnico per la ricerca del Lavoro:

“Interessante è stato capire come si sia sviluppata una sinergia con il Cipia (Centro provinciale per l’Istruzione degli Adulti, ndr) e l’Università in merito alla possibilità di conseguire una certificazione di livello linguistico. Ho apprezzato la disposizione del setting dell’aula didattica, così come i materiali utilizzati ed il metodo comunicativo”.

Gli approcci, le metodologie e gli strumenti che ho considerato interessanti sono stati il corso sul lessico del lavoro, che fornisce informazioni utili sulle parole da utilizzare per lo svolgimento di uno specifico mestiere, la preparazione metodica al colloquio di lavoro, strettamente connessa al lessico del lavoro, e il corso di orientamento al lavoro di gruppo con cui il beneficiario viene a conoscenza delle diverse tipologie di lavoro in Italia e della legislazione attinente”.


In tema di Inserimento al Lavoro, l’operatore in Erasmus riporta qui una buona pratica nella gestione delle Indennità di Tirocinio da parte di un Progetto Ospitante, funzionale al rafforzamento del percorso di autonomia del beneficiario:

“… alla persona in tirocinio non gli vengono elargiti contributi vitto o pocket money, ma gli viene riconosciuta un’indennità più alta di tirocinio: tale strategia porta ad una maggiore autonomia e responsabilità del beneficiario nella gestione delle proprie entrate economiche”.


Con riferimento invece agli scambi tra SPRAR per MSNA, evidenziamo due importanti osservazioni sui Modelli di Autonomia e sul Colloquio Psicologico pre-uscita:

“Per i nostri operatori è risultato profondamente innovativo il modello dell’”alta autonomia” per i minori del progetto ospitante, che risulta essere lontano dal nostro modello “residenziale”.

Una buona pratica è il colloquio psicologico per preparare i neo maggiorenni all’uscita dal progetto di accoglienza per MSNA, essendo questa una fase molto delicata”.


Di seguito restituiamo impressioni e osservazioni su altre buone pratiche di particolare rilevanza:

“L’equipe multidisciplinare per l’emersione delle Vittime di Tortura del progetto ospitante ha permesso di comprendere come una buona collaborazione con l’azienda sanitaria, tradotta in una convenzione della durata di 10 anni, permetta di dare risposte ai tanti beneficiari accolti, che hanno subito delle torture nei paesi di transito”.

L’Accoglienza in Famiglia realizzata dal progetto ospitante è uno degli obiettivi che vogliamo perseguire al fine di migliorare le prospettive di autonomia dei beneficiari”.

E’ stata inoltre un’occasione per riflettere sul significato intrinseco del Volontariato nel senso di esperienza che aiuta ad accrescere il proprio patrimonio sociale e personale (…) un’occasione fondamentale di incontro e di conoscenza tra i beneficiari e la cittadinanza, da cui spesso è nata una ricerca dell’altro ed una relazione d’aiuto spontanea e reciproca”.

Lo strumento più attenzionato durante il programma è stato lo Sportello di Ascolto (…) le cui ore non sono dedicate esclusivamente ai beneficiari del progetto, bensì, nell’ottica di integrazione dei servizi offerti dai progetti all’interno di un welfare locale, sono destinate al pubblico, per cui vi afferiscono anche esterni al progetto stesso”.

La chiave di svolta dell’accoglienza del progetto ospitante è una vera e propria Uniformità dei Servizi: tutti i centri offrono i medesimi servizi e le stesse opportunità ai beneficiari accolti (…). Il tutto avviene grazie ad una continua e completa condivisione, dalla semplice modulistica, uguale per tutte le strutture di accoglienza, ai dati dei beneficiari accolti nelle strutture”.

Interessante è la presenza del Sito Internet (del progetto Sprar visitato, ndr) come strumento di divulgazione del lavoro che viene fatto all’interno degli Sprar, ma al tempo stesso da considerarsi come una “cassetta degli attrezzi” dove gli operatori possono attingere per reperire modulistica e materiale comune a tutti”.

L’incentivazione del partenariato tra Comuni limitrofi, in forma di auto-aiuto, fondato su un patto fra i sindaci per promuovere insieme azioni di manutenzione e Messa in Sicurezza del Territorio, coinvolgendo su questo i beneficiari Sprar attraverso percorsi di formazione professionale”.

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