“Esprimo una seria preoccupazione per i contenuti del decreto Salvini, che mettono a serio rischio un percorso di integrazione che a fatica il nostro territorio ha cercato di costruire negli ultimi anni con i richiedenti asilo e protezione internazionale”. Comincia così un suo articolo, pubblicato da reggiosera.it, l’assessora alla Città Internazionale del Comune di Reggio Emilia, Serena Foracchia. E prosegue: “Sono molti i passaggi del decreto che ci preoccupano e che da due settimane stiamo analizzando a livello di gruppo Anci sia su scala regionale che su scala nazionale.” E ancora:” Questo programma, a cui il Comune di Reggio Emilia aderisce da oltre dieci anni, è importantissimo nell’accompagnamento all’inserimento nella comunità ed è riconosciuto nella sua efficacia sia a livello locale che a livello internazionale.E’ inoltre il programma a cui aderiscono i Comuni e che vede un dialogo constante tra enti locali e servizio centrale, con formazione, aggiornamenti, monitoraggi e valutazioni periodiche.Si smantella in sostanza un sistema che consente il dialogo con i sindaci e con i Comuni nel costruire progetti di accoglienza trasparenti, coerenti, diffusi. Il suo snaturamento porterà seri problemi nella ricostruzione di un sistema di coesione e di tenuta sociale, oltre a togliere un ruolo importante ai Comuni nel costruire progetti e percorsi di integrazione che siano coerenti con le diverse identità di territorio.
Su ilfattoquotidiano.it parlano alcuni senatori M5S(anche in video in versione estesa): “Andrebbe assolutamente aggiustato”, ha detto la senatrice Paola Nugnes, parlamentare che più volte si è esposta in dissenso con la linea ufficiale del gruppo. “Io reputo che questo decreto non sia giusto per gli italiani, per parlare la lingua di Salvini. Avremo 100mila nuovi irregolari, che andranno a sommarsi ai 500mila attualmente irregolari. L’irregolarità porta a dare un lavoro nero a queste persone. E ad ingrossare le file della malavita, della mafia e della camorra. Visto che non ci sono gli accordi per il rimpatrio, voglio sapere da lui quali sono le soluzioni che propone”. E ha concluso: “Io temo una bomba sociale”.
Giudizio condiviso anche dalla collega Elena Fattori, la parlamentare che si era candidata alle primarie M5s per sfidare Luigi Di Maio e che più volte dall’inizio della legislatura ha espresso le sue perplessità su alcune scelte del governo Lega-M5s: “Io non ho il testo, ma da quello che trapela non è sicuramente anima 5 stelle. Cercheremo di modificarlo, per quello che si riesce. Ma per molti è molto indigesto”. E ha commentato: “L’umanità è importante per noi, i diritti umani sono un punto cardine. Ed è discutibile anche la sicurezza”.
A chiedere modifiche è stato anche il senatore Gregorio De Falco, il primo che in un’intervista al Corriere della Sera aveva criticato apertamente il decreto: “So che è stato limato. Che sia migliorabile non c’è dubbio. E il presidente della Repubblica ha stigmatizzato alcuni aspetti che presentano criticità”. Per il collega Matteo Mantero è addirittura contro le linea di intervento dei 5 stelle: “Le proposte di questo decreto sono in contrapposizione con le proposte del nostro programma. Noi proponevamo di migliorare il sistema degli Sprar. E non è togliendoli che si toglie l’immigrazione clandestina. Ma si riduce l’integrazione”.
Avvenire (e altri quotidiani, anche locali) di sabato segnala che l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha espresso la “Preoccupazione anche per quanto riguarda la protezione umanitaria e l’accoglienza in Sprar, il decreto «non disciplina quei casi, contemplati da obblighi internazionali e regionali, in cui una persona non può comunque essere rimpatriata poiché rischierebbe trattamenti disumani e degradanti». Mentre il processo di inclusione sociale dovrebbe essere elemento portante di una strategia di integrazione che vada a vantaggio sia dei rifugiati che delle comunità ospitanti. L’Unhcr auspica che «in sede di conversione del Decreto, Governo e Parlamento apportino le necessarie modifiche al testo, in linea con la Convenzione di Ginevra e la normativa sui diritti umani». L’Arena (Prealpina e La Sicilia) riporta poi che “L’Unhcr poi raccomanda «il rafforzamento della rete Sprar». E segnala anche la posizione degli avvocati della Camera penale di Milano: “E di una «forte limitazione dei diritti di asilo» parlano anche gli avvocati della Camera penale di Milano secondo i quali con il decreto l’accoglienza umanitaria, «è ridotta all’osso». Anche Acli, Arci, Legambiente, Libera, Cgil, Uil esprimono «forti perplessità» nel mettere insieme temi quali la sicurezza, la lotta alle mafie e l’immigrazione e sottolineano l’importanza del rispetto degli obblighi costituzionali e gli impegni internazionali assunti dall’Italia.”
Dai territori si segnalano iniziative di confronto su decreto immigrazione e SPRAR, così il 12 ottobre p.v. il Comune di Petruro Irpino, la Caritas e i Comuni del territorio si riuniscono per “riflettere sullo SPRAR” . Come si dice nella presentazione dell’appuntamento: “Da più parti in questi giorni è stato messo sotto accusa e sotto attacco il modello dello Sprar. Intendiamo ribadire con forza che quel modello ha prodotto nella nostra Comunità, e nei Comuni limitrofi nei quali è stato adottato politiche efficaci, relazioni virtuose con il territorio, trasparenza. Per questo manifestiamo preoccupazione verso quei provvedimenti, come il decreto Salvini, che indeboliscono e colpiscono il sistema Sprar, di fatto favorendo una ulteriore proliferazione dei Cas, strutture e modelli che hanno invece manifestato evidenti problematicità. E’ necessario invece riaffermare con forza il valore di politiche di integrazione ed accoglienza che hanno dato risultati importanti e significativi.”
Mentre si è svolto a Santorso (Vicenza) la scorsa settimana, come riporta Il Giornale di Vicenza di sabato, il convegno “Accogliere come. Facciamo il punto sul diritto alla protezione in Italia”. Il Sindaco Franco Balzi: «Così si vuole smantellare un sistema che funziona, pensiamo solo a Santorso dove da 95 richiedenti asilo confinati in un hotel, grazie a questo progetto, ora vi sono 18 persone che stanno seguendo percorsi di integrazione. Sono preoccupato per il futuro, ma è un dovere dei Comuni che hanno lavorato per far avvenire tutto questo non restare silenti e rimboccarsi le maniche per salvaguardare quanto fatto». E il Giornale di Vicenza, ma nell’edizione odierna, riferisce della marcia da Schio a Santorso “Cammino per la pace”, a favore di pace e accoglienza. «La marcia– spiega il sindaco di Santorso, Franco Balzi– ha un significato politico nel senso di prendere una posizione, di dire ad alta voce e in maniera pubblica che sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione ci può essere un’altra visione nonché la possibilità di realizzarli in modo efficace e ragionato». Il primo cittadino prosegue spiegando: «Con questo cammino vogliamo dire che siamo dalla parte delle persone fragili, di chi scappa dai propri paesi per fame, guerra, povertà e cerca un suo futuro. Siamo al loro fianco. Non si vuole creare polemica, ma si tratta di dire che esiste anche un’altra Italia oltre al modello attuale che spesso usa linguaggi aggressivi».
Nella giornata della manifestazione a sostegno del sindaco di Riace Domenico Lucano, agli arresti domiciliari, La Nuova Ferrara pubblica un’intervista al sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci che si autodenuncia: «Per dare la cittadinanza ai bambini stranieri infrangerei anche la legge». E più avanti nell’intervista: «Mostriamo al sindaco Lucano la nostra solidarietà non solo a parole ma anche con queste autodenunce». Per quale reato? «Lo stesso del sindaco di Riace, cioè nessuno. A parte la vicenda che riguarda la raccolta dei rifiuti, è giusto trovare degli espedienti per salvare le persone. Io ho accolto immigrati provenienti da un progetto Sprar di un altro comune, ho dato la cittadinanza ai bambini nati nella nostra città». Sta dicendo che ha dato lo ius soli che da noi non c’è? «Era solo onoraria. Ma se avessi potuto, se esistesse un modo, gli darei la cittadinanza anche domani mattina e sarei pronto a infrangere la legge. Sono bambini cresciuti nella nostra città, che vanno nella stessa scuola e parlano la lingua dei nostri figli». Ha invitato altri sindaci a fare lo stesso, adesioni? «Niente nomi ma ho avuto riscontri e altri mi seguiranno.” E conclude: “Su certe cose non ci sono bandiere e mi auguro che lo facciano altri sindaci anche Lega e M 5S che sono al governo».
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, e Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria: «Riteniamo che vada sostenuto allo stesso modo anche il modello Sprar che ha consentito di realizzare un programma di buona accoglienza, distribuito sul territorio, che ha superato tanti problemi del passato e che, invece, il Governo tenta di cancellare con il Decreto sicurezza. Lo stesso presidente Mattarella, nel firmare il decreto, ha ricordato gli obblighi imposti dalla Costituzione, in particolare agli impegni che tra l’altro riguardano i rifugiati e i profughi. La nostra battaglia continuerà affinché durante il suo iter in Parlamento il decreto venga modificato, evitando così errori imperdonabili frutto di una scelta ideologica e pericolosa che rischia di gettare l’Italia nel caos». In un comunicato Legambiente La battaglia di Legambiente fa sapere che “proseguirà anche in Parlamento per chiedere la modifica del decreto sicurezza nella convinzione che il modello Riace sia un esempio di buona accoglienza e integrazione da difendere e replicare. Il dramma dell’immigrazione non si può risolvere alzando muri e barricate o chiudendo i porti, ma proprio preparandoci a un’accoglienza capace di coniugare sicurezza, integrazione, solidarietà, sviluppo locale e coesione sociale come fatto nel piccolo comune calabrese”.
In un commento di Francesco Anfossi pubblicato su La Provincia di Como di domencia, sulla vicenda Riace: “Il progetto di riutilizzare i vecchi ruderi del centro storico dei paesi della Locride, secondo i programmi dello Sprar, riutilizzandoli per accogliere i profughi e i richiedenti asilo era stata storicamente già messa in pratica nel circondario. Oggi la applicano anche antichi borghi del Centro e dell’Alta Italia”. E più avanti: “Si è parlato in questi giorni di «legge dell’amore» in contrasto con la «legge dello Stato», evocando perfino l’eroina della tragedia greca Antigone, che va contro i voleri del tiranno Creonte per seppellire il fratello. Ma è stato anche giustamente detto che l’Italia è una democrazia e che «il fine che giustifica i mezzi» non è consentito, altrimenti qualunque sindaco si sentirebbe in diritto di interpretare le norme secondo i suoi convincimenti morali. Ora non resta che aspettare il giudizio definitivo. Ma sotto accusa è Mimmo Lucano, non il modello Riace di integrazione e solidarietà.”
Accade poi che, martedi scorso, Cartabianca trasmette un servizio sullo Sprar della Val Bordida, titolare il Comune di Roccavignale con altri Comuni, tra cui il Comune di Murialdo. lanuovasavona.it da conto della risposta del Sindaco di Murialdo Ezio Salvetto al Sindaco di Cengio Francesco Dotta che aveva definito il servizio tv uno spot pro SPRAR. “Il sistema Sprar è migliore del Cas, che bypassa i Comuni. Con la clausola di salvaguardia il numero di immigrati che si possono ospitare è stabilito con precisione, e gli immigrati in questi anni sono stati di aiuto: per esempio, dopo l’alluvione. Non solo: uno degli ospiti è ora in tirocinio presso il Comune, e svolge alcune mansioni che altrimenti terrebbero impegnato uno dei due operai comunali – che in questo modo possono dedicarsi alle manutenzioni e alle altre urgenze. Non si tratta di fare business, ma di cogliere le opportunità che offre la legge di poter gestire un fenomeno che comunque esiste: gli immigrati non cercano carità, ma solo un’opportunità. Opportunità che i Comuni aderenti cercano di offrire: gestire un sistema Sprar è un impegno, per un Comune, ma dà frutti positivi per il territorio. E, almeno per quanto riguarda Murialdo le cooperative che gestiscono il progetto se li guadagnano tutti, i soldi che percepiscono. E nei casi in cui così non fosse, più che fare proclami sui giornali sarebbe meglio rivolgersi alla Procura. Insomma, amministrare è diverso da fare politica: e se una cosa funziona bene, anche la pubblicità è lecita.”
A Murialdo, scrive lanuovasavona.it gli stranieri studiano e imparano, tutti gli ospiti hanno conseguito la qualifica di manutentore del verde e frequentano corsi di italiano; tre di loro hanno conseguito la licenza media, uno la patente di guida, e adesso è in programma un corso di castanicoltura.
Ieri, su Avvenire e sulla Gazzetta del Mezzogiorno le parole del direttore della Caritas italiana Monsignor Francesco Soddu al convegno di Rinascita Cristiana a Roma che “ha fatto riferimento al decreto Sicurezza, esprimendo l’auspicio che il testo possa essere «migliorato così da salvaguardare la grande conquista fatta attraverso il sistema dello Sprar». «L’indebolimento del sistema di accoglienza diffusa – ha scandito – non farà altro che aggravare le difficoltà della gestione dei migranti nel senso di un’accoglienza e integrazione positiva, che è l’unica strada per non ritrovarci con una generazione di “senza diritti e senza speranza”».
Oggi, nel Comune di Lagundo, che fa parte della Comunità Comprensoriale del Burgraviato, che ha aderito allo Sprar, come le altre Comunità in Provincia di Bolzano, Casa Pound ha sistemato uno striscione che dice “NO SPRAR” sullo stabile che dovrebbe accogliere tra poco 15 persone accolte nello Sprar.
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