«Ripristinare la possibilità di accogliere anche i richiedenti asilo (oltre che i rifugiati e i minori stranieri) nei centri Sprar e introdurre una nuova tipologia di permesso di soggiorno, basato su “una comprovata volontà di integrazione” dichiarata dal richiedente asilo». Così l’Eco di Bergamo riferisce della mozione votata in consiglio comunale di Bergamo che chiede modifiche al Decreto Immigrazione. «Sono le richieste, sul decreto “Salvini”, avanzate dal sindaco Giorgio Gori in una mozione urgente approvata dal Consiglio comunale con il voto contrario dell’opposizione (i 5 Stelle si dividono: contrario Fabio Gregorelli, astenuto Marcello Zenoni). Palazzo Frizzoni chiederà al governo la sospensione del decreto, “altrimenti chiederemo ai parlamentari di proporre emendamenti” dice Gori. Che teme, come conseguenza del decreto Salvini, “l’incremento di migranti irregolari, già stimato in 110-120 mila unità in più da Ispi a livello nazionale nei prossimi due anni. Questo può favorire fenomeni di degrado e illegalità”. Il nuovo permesso di soggiorno pensato da Gori prevede, come condizioni, “il raggiungimento di un buon livello di conoscenza della lingua italiana, lo svolgimento di almeno 100 ore di volontariato o l’essere in possesso di un contratto di lavoro o stage”. Spiega il Sindaco “La mia è una proposta concreta. Il decreto Salvini intende creare un’emergenza immigrazione sobbarcandola sui Comuni”».
La Provincia di Lecco riferisce delle polemiche a Carenno (Lecco) dove Beppe Brini, consigliere d’opposizione (centrodestra), contesta il comportamento del sindaco. Nel paese c’è una struttura, ora vuota, e si teme che possano giungere migranti. Dice Brini: «L’amministrazione Pigazzini, che in più di un’occasione ha dichiarato di non sapere, si è preclusa la possibilità di “tenere tutto sotto controllo” non aderendo al progetto Sprar nazionale immediatamente dopo l’arrivo dei primi sei richiedenti asilo», cosa che Brini e il suo gruppo, ricordano, avevano proposto anche con una mozione, e che era stata «richiesta a gran voce da una petizione firmata da molti carennesi e villeggianti».
La Stampa racconta la storia di un neo-diciottenne pachistano che stava per entrare nello Sprar e non lo ha potuto fare, secondo le regole decreto immigrazione. «Ali ha poco più di quindici anni quando scappa. Quando approda in Italia attraverso Iran, Turchia e Balcani ne ha uno in più. Viene accolto a Torino in una comunità per minori stranieri dove per prima cosa riceve supporto psicologico. In due anni fa il passaggio davanti alla commissione territoriale per i rifugiati (dove racconta che la sua ragazza è stata uccisa per il disonore causato), studia l’italiano, si impegna in un percorso di formazione con tirocini in un’azienda che si occupa di verde. Gli manca poco – un anno, stimano gli educatori – per rendersi autonomo. Un anno nel sistema Sprar, ancora accompagnato, seguito. «Ieri mattina siamo andati all’Ufficio Stranieri del Comune per il passaggio di consegne agli educatori dello Sprar, incontro stabilito. Venerdì sera, però, e ieri era lunedì, è arrivata una mail che diceva di bloccare ogni nuovo inserimento di “adulti” con protezione umanitaria, persone che non siano riconosciute rifugiati. Perché il decreto Salvini è entrato in vigore venerdì, appunto, e per questi ragazzi non c’è più posto». A raccontare è Andrea, l’educatore di Ali nella comunità per minori. «Ad Ali serve ancora del tempo per “strutturarsi” e rendersi autonomo, per trasformare il permesso umanitario in permesso di lavoro. Le norme rendevano possibile la proroga, tenevano conto della fragilità di questi giovani».
Diverse testate – secoloditalia.it, tp24.it, ilgiornale.it – riferiscono dell’aggressione da parte di un diciottenne dello Sprar di Castellammare del Golfo (Trapani) verso alcuni bambini che giocavano a calcio. Il giornaledisicilia.it (anche nella sua edizione a stampa) scrive «Un gruppo di bambini castellammaresi giocano in un campetto di calcio, ma vengono buttati fuori con violenza e minacce da un diciottenne ospite del centro Sprar di Castellammare del Golfo. Il ragazzo si sarebbe scagliato con violenza contro il gruppo di bambini, tutti dai 7 ai 9 anni, scaraventando due di loro a terra. Un bambino di 7 anni dopo essere stato colpito è caduto per terra. Il diciottenne, originario della Nuova Guinea, avrebbe poi schiaffeggiato un altro bambino di 9 anni, colpendolo anche con dei calci, minacciando di morte un terzo ragazzino dicendogli “se tocchi ancora la palla ti ammazzo”. I carabinieri lo hanno arrestato».
L’Unione Sarda si occupa della questione Centro di permanenza per i rimpatri situato a Macomer (Nuoro) dopo che il decreto Immigrazione raddoppia i tempi di permanenza in questi centri. «La situazione – scrive dai banchi dell’opposizione Maria Luisa Muzzu – appare ancor più preoccupante di quanto si potesse prefigurare e complica anche i percorsi dei progetti Sprar».
Ad Alghero un incontro con gli studenti raccontato da La Nuova Sardegna: «Un sistema di accoglienza equilibrato per i richiedenti asilo e per chi gode di protezione internazionale è un doveroso atto di civiltà». L’ha detto l’assessore regionale degli Affari generali, Filippo Spanu, ai duecento studenti del liceo scientifico “Enrico Fermi” che ha incontrato ieri con i loro insegnanti, il dirigente Antonio Uda e il vicesindaco Gabriella Esposito”. È importante rafforzare la rete degli Sprar per realizzare un modello di accoglienza davvero diffusa». C’erano anche Antonio Bruzzì, coordinatore dello Sprar di Alghero, Genet Woldu Keflay, mediatrice culturale, Sanna Camara e Mamadou Bentem Diallo, del Gambia, e Bangaly Keita, della Guinea, ospiti del sistema cittadino di seconda accoglienza e titolari di diritto d’asilo, che studiano ad Alghero e hanno raccontato la propria esperienza ai loro coetanei. «Stiamo costruendo una rete col Maghreb e l’Africa subsahariana – conclude Spanu – contribuiamo con le competenze delle agenzie regionali e degli atenei sardi alla crescita di quei Paesi per arginare i flussi migratori». Presto l’assessore sottoscriverà l’intesa con la subregione del Madi-West Nile per un progetto analogo a quelli avviati con Senegal e Tunisia su comuni iniziative in campo ambientale, agricolo e forestale».
Il Mattino di Padova racconta del percorso pedonale di Curtarolo (Padova): «Si sta dimostrando un successo il progetto di valorizzazione del percorso ciclo-pedonale “Treviso-Ostiglia”. Organizzata dallo Sprar di Piazzola sul Brenta e Curtarolo, in collaborazione con l’Auser di Campo San Martino e Curtarolo e la cooperativa Il Villaggio Globale, l’iniziativa ha coinvolto i soci Auser assieme ai volontari del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), domiciliati nelle strutture di Curtarolo, che attualmente ospitano 12 rifugiati provenienti da Paesi in conflitto o in cui non vengono rispettati i diritti umani: “Queste persone – ha detto Sara Campagnaro, coordinatrice Sprar di Piazzola – arrivano in Italia con la voglia di rimettersi in gioco e di dare il loro contributo. L’iniziativa vuole favorire il dialogo interculturale e promuovere la cittadinanza attiva e solidale. La cultura della solidarietà e dell’accoglienza dà frutti concreti quando realizza attività utili alla comunità. In questo caso a beneficiarne sono i molti cittadini che percorrono l’Ostiglia”».
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